IL KARATE
Per
molti secoli Okinawa aveva mantenuto rapporti commerciali con la provincia
cinese di Fukien e fu così, probabilmente, che conobbe il Kempo
o Chuan-fa
/ Quan fa («Via del
pugno»), nato secondo la tradizione nel monastero di Shaolin, modificando nel
tempo secondo metodi locali.
La
Cina, che dal 1372 riscuoteva un tributo annuo, nel 1393 inviò nell’isola
artigiani e artisti del Fukien (le «36 famiglie») per istruire gli abitanti
di Okinawa, che divenne un centro commerciale importantissimo e un crocevia
culturale. Contemporaneamente furono assegnate borse di studio di tre anni ai
giovani più promettenti perché si recassero in Cina a studiare i costumi e
la cultura di quel grande paese.
Sho
Hashi, re di Chuzan, nel 1429 unificò i
tre regni di Okinawa: Hoku7an a nord, Chuzan al centro, Nanzan a sud. Più
tardi il re Sho Shin (1477-1526) vietò il possesso di armi per mantenere la
pace.
Dopo
la battaglia di Sekigahara, i Tokugawa vittoriosi concessero al clan degli
Shimazu, che governavano il bellicoso feudo di Satsuma nell’isola di Kyushu,
di occupare le Ryu-kyu (1609), che avevano combattuto contro Hideyoshi.
L’ultimo re di Okinawa, tuttavia, fu formalmente deposto solo dopo la
“restaurazione Meiji” e l’isola annessa al Giappone come prefettura.
Dopo l’occupazione si costituirono il “partito illuminato” e il
“partito ostinato”.
Poiché
agli abitanti fu rinnovato il divieto di possedere armi e persino gli utensili
di uso quotidiano come bastoni e falcetti dovevano essere chiusi nei magazzini
durante la notte, questi si dedicarono in segreto allo studio di una forma di
autodifesa da usare contro gli invasori. Nacque così la scuola Okinawa-te
(«mano di Okinawa»), detta anche To-de
(«mano cinese» [l’ideogramma to caratterizza
la dinastia Tang]) [o semplicemente «te», che si differenziava in tre stili:
Naha-te, sul modello del Kung-fu
della Cina meridionale (che generò la Shorei-ryu, quindi la Goju-ryu), Shuri-te
e Tomari-te, sul modello del Kung-fu della Cina settentrionale (che
generarono la Shorin-ryu, quindi Shotokan, Shito e Wado-ryu). Si deve
precisare che Naha era la capitale dell’isola, Shuri la sede del castello
reale e Tomari la zona del porto (oggi Shuri e Tomari sono quartieri di Naha).
Secondo
Funakoshi le tecniche di Okinawa trovarono spazio nelle danze tradizionali per
beffare la sorveglianza degli occupanti, come avvenne per la capoeira negra in America Latina. Va notato che mentre il Ko-budo
(«antiche tecniche di combattimento») giapponese comprendeva le tecniche
di combattimento dei samurai, quindi l’uso della spada (katana),
della lancia (yari), dell’alabarda
(naginata), ecc., il Kobudo di
Okinawa comprendeva le tecniche di difesa adottate dai contadini, quindi
l’uso del trita-riso (tonfa), del
mazza.frusto (nunchaku), della falce
(kama), ecc.
I
divulgatori del Karate
Il
primo maestro delle Ryu-kyu fu Sakugawa di Shuri (1733-1815), soprannominato
«Tode» perché combinò il Kempo con
le arti marziali di Okinawa. Studiò ad Akata con il monaco Peichin Takahara e
si specializzò a Naha con il maestro cinese Kwan Sang-fu.
Si
racconta che sposò Yonamine Chiru, esperta di combattimento a mani nude, da
cui era stato sconfitto.
Fu
suo allievo Sokon Matsumura (1809-1896), definito il “Musashi di Okinawa”,
istruttore della famiglia reale e guardia del corpo del re, che gli conferì
il titolo di “bushi”. Matsumura il maestro di Anko (Yasutsune) Azato
(1827-1906), maestro di Funakoshi. Anko (Yasutsune) Itosu (1832-19 16), amico
di Azato e anch’egli maestro di Funakoshi, introdusse il Tode nelle scuole
di Okinawa e mise a punto i cinque kata Pinan.
I1 primo maestro di Okinawa a recarsi in Giappone fu Choki Motobu (1871-1944), straordinario combattente ma illetterato, che perciò non ottenne grande successo come insegnante. Solo con l’arrivo di Funakoshi il Karate poté diffondersi in Giappone.